Martedì 24 ottobre presso la Commissione Difesa della Camera dei Deputati inizierà l’esame del Decreto legge n. 133 del 5 ottobre 2023, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno.
Si tratta di uno step importante in quanto in sede di conversione parlamentare ci aspettiamo significative modifiche al testo approvato dal Consiglio dei Ministri andando così a intervenire in favore del personale dell’Esercito Italiano riconoscendogli le stesse tutele previste dal medesimo provvedimento per le Forze di Polizia.
Non accetteremo un trattamento di maggior sfavore e di questo abbiamo informato tanto lo Stato Maggiore dell’Esercito quanto il Ministro della Difesa Guido Crosetto, come pure la Commissione Difesa incaricata di approvare il testo del decreto adottando le dovute e necessarie modifiche.
Le mancanze del Decreto Legge 133/2023
L’approvazione del Decreto Legge n. 133 del 5 ottobre 2023 – con il quale ricordiamo viene incrementato di 400 unità il contingente impiegato nell’Operazione Strade Sicure dimostrando ancora una volta che l’Esercito Italiano ormai è impiegato anche nelle attività di sicurezza e non solo di difesa del territorio – ci ha lasciato sgomenti su diversi aspetti, in particolare riguardo alla distribuzione delle risorse assegnate alle Forze Armate e alle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare, la quale manca totalmente di equità.
Il Decreto prevede importanti stanziamenti finanziari per supportare le politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’Interno, considerando anche gli aumentati impegni dovuti al flusso migratorio. Tuttavia, come ASPMI ha avuto modo di osservare e segnalare agli organi competenti (nei giorni scorsi abbiamo scritto persino al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni) le risorse destinate alle Forze Armate, in particolare all’Esercito Italiano, appaiono notevolmente inferiori rispetto a quelle assegnate alle Forze di Polizia.
Gli articoli 10 e 11 del Decreto prevedono considerevoli finanziamenti per la Polizia di Stato e il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, mentre l’Esercito dovrebbe condividere risorse più limitate con l’Arma dei Carabinieri. Una situazione che non possiamo che definire come una sperequazione ingiusta e preoccupante, considerando l’impegno costante delle Forze Armate in operazioni nazionali e internazionali.
Come sottolineato da ASPMI, il personale militare svolge attività straordinarie anche per la tutela della sicurezza nei territori, come appunto nel caso di operazioni come “Strade Sicure”, e per questo motivo necessita di risorse adeguate per il mantenimento, l’acquisto e l’ammodernamento di mezzi, infrastrutture e vestiario.
La questione straordinari
Senza trascurare poi l’aspetto retributivo, in particolare per gli straordinari: già oggi il trattamento riconosciuto all’Esercito Italiano – costretto a recuperare le ore svolte per scongiurare il rischio di perderle – è sfavorevole, figuriamoci dopo l’approvazione del decreto in oggetto che istituisce un fondo per le sole Forze di Polizia con le risorse utili a incrementare gli straordinari.
Tra l’altro, con l’ultimo rinnovo contrattuale l’allora Ministro della Funzione pubblica, l’Onorevole Renato Brunetta, ha siglato un impegno con le parti sociali, assicurando l’istituzione entro gennaio 2022 di un tavolo tecnico finalizzato alla definizione di criteri normativi omogenei per le procedure di attribuzione e corresponsione dello straordinario per il personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, secondo i principi di efficacia, efficienza e rigore nella gestione delle risorse impiegate.
Tavolo che tuttavia a oggi non risulta aperto: a tal proposito ci aspettiamo un segnale importante da questo Governo già a margine della prossima contrattazione, visto che la questione degli straordinari non può essere ancora trascurata.
Serve uniformità di trattamento
A tal proposito, ASPMI ha richiesto un intervento immediato per garantire un trattamento economico adeguato al costo della vita per il personale militare – in assenza del quale si verificano disagi finanziari e difficoltà nell’accumulare montanti pensionistici all’altezza – oltre a una distribuzione più equa delle risorse tra le Forze Armate e le Forze di Polizia.
L’obiettivo è garantire che anche le Forze Armate ricevano i fondi necessari per svolgere le proprie attività in modo efficace e adeguato, senza subire sperequazioni ingiuste rispetto ad altre forze di sicurezza nazionale, e quale miglior occasione se non intervenire fin da subito in fase di conversione del Decreto legge n. 133 del 5 ottobre 2023.